Le ossa sono strutture dinamiche e vive, fondamentali per sostenere il nostro corpo e proteggere gli organi interni. Spesso, si commette un errore diffuso che, se non corretto, può compromettere la loro salute e aumentare il rischio di fratture: affidarsi esclusivamente all’assunzione di grandi quantità di calcio, soprattutto tramite integratori, trascurando molti altri aspetti cruciali per la salute ossea. Le più recenti ricerche scientifiche hanno messo in luce come questa pratica sia insufficiente e, in certi casi, inefficace per la reale prevenzione delle fratture.
Perché il solo calcio non basta
Per decenni è stato promosso il messaggio che il calcio sia la chiave per ossa forti e protette. Tuttavia, una rigorosa revisione scientifica pubblicata su *British Medical Journal* ha dimostrato che, soprattutto dopo i 50 anni, l’assunzione di calcio — sia attraverso la dieta sia tramite integratori — non apporta vantaggi significativi nella diminuzione del rischio di fratture, contrariamente a quanto si era creduto in passato. Secondo l’analisi di studi condotti su centinaia di migliaia di persone, sono emersi errori metodologici che sovrastimavano l’efficacia degli integratori.
Nonostante il calcio sia un minerale essenziale per la formazione e il mantenimento della matrice ossea, la sua efficacia nel rafforzare le ossa dipende dalla presenza di altri micro- e macro-nutrienti e, soprattutto, da corretti stili di vita. È quindi un errore grave credere che solo aumentando l’apporto di calcio si possa ottenere una protezione affidabile contro le fratture.
Comportamenti e fattori di rischio da non sottovalutare
La prevenzione delle fratture e la salute dello scheletro si basano su un approccio ampio che interviene su molteplici fattori. Esistono fattori di rischio modificabili che spesso vengono trascurati ma che possono incidere in modo decisivo sulla fragilità ossea. Tra questi troviamo:
- Il fumo di sigaretta, che accelera la perdita di densità ossea.
- La scarsa attività fisica, elemento essenziale per stimolare il rimodellamento osseo e prevenire l’atrofia scheletrica.
- Una dieta povera di nutrienti essenziali e squilibrata, priva di sostanze come la vitamina D, il magnesio, la vitamina K, le proteine ad alto valore biologico e altri minerali.
- Il consumo eccessivo di alcol o l’abuso di alcuni farmaci che possono indebolire la struttura ossea.
- Malattie ormonali come la menopausa precoce o disturbi endocrini.
Gli specialisti sottolineano l’importanza di identificare e correggere questi aspetti nella valutazione della salute dello scheletro. Prima di ricorrere a terapie farmacologiche, è prioritario cambiare abitudini sbagliate e intervenire su ciò che può essere modificato nella propria quotidianità.
L’importanza dell’attività fisica e degli esercizi giusti
Uno degli errori più comuni è la sedentarietà o l’attività fisica svolta in modo inadeguato. L’osso, come ogni tessuto vivo, reagisce agli stimoli di carico dinamico: camminare, correre, salire le scale, ballare o praticare sport come il tennis stimolano il processo di rimodellamento osseo rendendolo progressivamente più resistente. Gli esercizi di rafforzamento muscolare e quelli con carico (ad esempio, sollevamento pesi leggeri o esercizi a corpo libero) favoriscono un aumento della densità e migliorano la coordinazione e l’equilibrio, riducendo indirettamente il rischio di cadute.
Tuttavia, alcune attività sono altamente sconsigliate per chi soffre già di osteoporosi o fragilità ossea, in quanto possono aumentare il rischio di lesioni. Secondo gli esperti, bisognerebbe evitare esercizi che comportano torsioni eccessive come crunch, sit-up, flessioni profonde della colonna vertebrale e alcuni tipi di yoga. Attività potenzialmente pericolose come il pattinaggio o lo sci dovrebbero essere praticate solo quando si dispone di un buon controllo muscolare e di un equilibrio adeguato.
Oltre il calcio: una visione integrata della salute ossea
Per mantenere ossa robuste e ridurre il rischio di fratture occorre seguire un modello di salute integrato che comprenda:
- Assunzione equilibrata di nutrienti: oltre al calcio, la vitamina D è determinante per l’assorbimento del calcio stesso. Una carenza di questa vitamina può rendere vano ogni tentativo di aumentare la durezza delle ossa. Anche il magnesio, la vitamina K (fondamentale per la corretta mineralizzazione) e le proteine di qualità giocano un ruolo centrale.
- Esposizione alla luce solare per la sintesi endogena di vitamina D.
- Controllo del peso corporeo: evitare sia il sovrappeso, che può aumentare i rischi di fratture da caduta, sia un eccessivo dimagrimento, correlato a una maggiore fragilità scheletrica.
- Rispetto delle terapie specifiche nel caso di diagnosi di osteoporosi, solo sotto controllo medico e dopo una diagnosi accurata, mediante densitometria ossea e altri esami specifici.
- Screening regolari in presenza di fattori di rischio personali o familiari, per identificare precocemente eventuali segni di indebolimento osseo.
Uno stile di vita sano, focalizzato su attività fisica appropriata, alimentazione completa e attenzione all’assunzione di vitamine e minerali specifici, non solo contribuisce a rendere le ossa più dense e resistenti, ma favorisce il benessere generale dell’organismo. Trascurare uno solo di questi fattori significa commettere un errore che può vanificare tutti gli sforzi e aumentare la vulnerabilità alle fratture anche in età avanzata.
Quando ricorrere allo specialista
Nei casi in cui la fragilità ossea sia già stata diagnosticata o si siano verificate fratture senza traumi significativi, rivolgersi a uno specialista è fondamentale per inquadrare la situazione e impostare un percorso di prevenzione o di trattamento mirato. L’ortopedico o l’endocrinologo effettueranno, oltre agli esami strumentali (come radiografie e densitometria), una valutazione globale dei fattori di rischio e, se necessario, prescriveranno trattamenti farmacologici specifici, sempre da associarsi a modifiche dello stile di vita.
Solo con una visione aggiornata, basata sulle più recenti evidenze scientifiche e su un approccio personalizzato, è possibile davvero rafforzare lo scheletro e ridurre il rischio di fratture invalidanti. Per chi desidera mantenere la propria autonomia e la qualità della vita nel tempo, è essenziale interrompere l’abitudine — spesso indotta da informazioni obsolete — di affidarsi al solo calcio e perseguire una strategia più ampia ed efficace per la salute delle ossa.