Per un ISEE basso, attenzione alla giacenza media: ecco la soglia che fa la differenza

Per ottenere o mantenere un ISEE basso è essenziale comprendere la rilevanza della giacenza media dei conti correnti e dei depositi bancari. L’elemento patrimoniale, infatti, gioca un ruolo determinante nel calcolo finale dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), un parametro utilizzato dallo Stato per valutare l’accesso a numerose prestazioni sociali agevolate come bonus, contributi e sussidi.

Cos’è la giacenza media e perché conta nell’ISEE

Nella compilazione della dichiarazione ISEE, uno degli aspetti più sottovalutati ma fondamentali è la giacenza media annua, ossia l’importo medio delle somme disponibili sui conti correnti e sui conti deposito dei componenti del nucleo familiare. Questo dato non rappresenta il saldo finale al 31 dicembre, ma il valore medio calcolato per l’intero anno solare di riferimento. La giacenza media viene ottenuta dividendo la somma dei saldi giornalieri (gli importi realmente disponibili giorno per giorno) per 365, ricavando così l’effettivo patrimonio liquido medio detenuto in banca o presso altri intermediari finanziari.

Dal punto di vista dichiarativo, la giacenza media da includere nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) coincide, di norma, con quella dei conti posseduti due anni prima rispetto all’anno della richiesta ISEE. Ad esempio, per l’ISEE 2025 si prende in considerazione il dato riferito all’anno 2023. Questa regola, dettata dalla riforma ISEE, può a volte generare incertezza, ma consente di uniformare la rilevazione dei dati patrimoniali tra tutti i contribuenti.

Modalità di calcolo e documentazione necessaria

Il calcolo della giacenza media è semplificato dal fatto che la gran parte degli istituti bancari offre, su richiesta, la documentazione necessaria a ogni cliente, solitamente sotto forma di un estratto conto annuale o un apposito documento rilasciato online o presso filiale, dove l’importo annuale medio viene già specificato. In alternativa, per conti più particolari, è possibile effettuare manualmente l’operazione sommando tutti i saldi giornalieri del periodo di riferimento e dividendo per 365.

Il valore va inserito per ciascun conto intestato a tutti i membri del nucleo familiare. Nel caso di cointestazione, la somma viene ripartita proporzionalmente tra i titolari. In fase di dichiarazione, è importante non tralasciare nessun conto, compresi eventuali libretti postali e depositi anche a bassa operatività: l’omessa dichiarazione può infatti comportare la perdita delle agevolazioni e l’esclusione dai benefici.

Documenti utili per la dichiarazione ISEE:

  • Certificazione bancaria della giacenza media annuale per ogni conto
  • Numero di giorni di possesso del conto nell’anno solare, se il conto è stato chiuso o aperto in corso d’anno
  • Estremi dei conti e nome dei cointestatari (se presenti)

Qual è la soglia della giacenza media che incide sull’ISEE

Non esiste una soglia fissa e univoca di giacenza media che suddivide direttamente tra ISEE “alto” e “basso”, poiché il valore dell’indicatore dipende da molte variabili: la composizione familiare, i redditi di tutti i componenti, la presenza di immobili e altri patrimoni mobiliari. Tuttavia, è certo che valori elevati di disponibilità bancaria aumentano in modo considerevole l’indicatore ISEE, spesso escludendo dal diritto alle principali agevolazioni statali.

In linea generale, la soglia oltre la quale la disponibilità liquida comincia a pesare concretamente sull’ISEE si aggira intorno ai 10.000 euro di giacenza media per nucleo familiare. Valori superiori possono condizionare negativamente l’accesso a prestazioni come il Reddito di Cittadinanza, l’assegno unico, gli assegni di maternità, i bonus affitto e tutte le misure tariffarie agevolate su servizi scolastici, sanitari e trasporti.

L’importanza della soglia di 10.000 euro emerge poiché molti bandi e normative locali prevedono limiti specifici proprio su questa cifra, sebbene a livello nazionale non vi sia un tetto formale valido per tutte le prestazioni. Famiglie con giacenza media superiore devono considerare che, anche in presenza di redditi bassi, il valore patrimoniale può risultare discriminante.

Al di sotto di questa soglia, la patrimonializzazione bancaria è spesso irrilevante o incide in modo marginale sul calcolo finale dell’ISEE. Tuttavia, è bene ricordare che i limiti specifici cambiano in base alle soglie ISEE stabilite annualmente dai singoli bonus o dai servizi a cui si intende accedere, e che sono aggiornati con le leggi di Bilancio.

Novità per l’ISEE 2025 e le esclusioni dal calcolo patrimoniale

Con l’entrata in vigore della legge di Bilancio 2024 (legge n. 207 del 30 dicembre 2024), dal 2025 alcune voci non saranno più considerate nella determinazione dell’ISEE. In particolare, sono due le esenzioni di maggiore impatto:

  • Assegno unico: le somme percepite a titolo di assegno unico per i figli non entreranno più nel calcolo dell’indicatore ISEE;
  • Titoli di Stato: BTP, BOT e altri titoli del debito pubblico saranno esclusi fino a un massimo di 50.000 euro dal patrimonio mobiliare rilevante.

Questo significa che è possibile possedere somme rilevanti investite in titoli di Stato, mantenendo un ISEE più basso rispetto a chi detiene parità di liquidità in conto corrente. È un aspetto da valutare attentamente nella pianificazione del patrimonio familiare, specialmente per le famiglie che necessitano di accedere a bonus e prestazioni sociali.

Consigli pratici per chi punta a un ISEE basso

Per mantenere un ISEE inferiore alle principali soglie di accesso a bonus e agevolazioni, è fondamentale gestire bene sia i redditi sia il patrimonio mobile, facendo attenzione a:

  • Tenere la giacenza media su tutti i conti, a livello familiare, sotto i 10.000 euro dove possibile, specialmente nei due anni precedenti la richiesta ISEE;
  • Monitorare anche i conti poco operativi, dimenticati o cointestati solo formalmente;
  • Chiudere i conti non utilizzati, perché anche una minima giacenza residuale concorre a fare media;
  • Eventualmente valutare strumenti finanziari attualmente esclusi (BTP, BOT) se si desidera mantenere la liquidità senza farla incidere sul calcolo ISEE;
  • Richiedere sempre la documentazione sulla giacenza media ogni inizio anno, in modo da avere chiara la situazione patrimoniale da dichiarare in sede DSU.

Attenzione: il tentativo di ridurre la propria giacenza in modo fittizio (ad esempio con prelievi e versamenti anomali a fine anno) può essere rilevato dagli enti preposti, che incrociano i dati dichiarati con quelli comunicati dalle banche.

Conclusioni e raccomandazioni finali

Un’attenta verifica e pianificazione delle giacenze medie annue può fare la differenza tra accedere o meno alle prestazioni sociali di maggior valore. Resta fondamentale la corretta dichiarazione, senza omissioni né errori, pena la perdita di benefici e potenziali richieste di restituzione degli importi ricevuti.

Vale la pena ricordare che per il calcolo dell’ISEE non solo la giacenza media ma l’intero patrimonio del nucleo familiare sono oggetto di attenzione e che la normativa evolve ogni anno: consultare sempre fonti aggiornate e il proprio istituto bancario resta la strategia migliore per una gestione consapevole delle proprie risorse.

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