Investire 1.000 euro in Buoni Ordinari del Tesoro italiani oggi, nella situazione attuale dei mercati e dei tassi di interesse, significa quasi sicuramente ottenere un rendimento netto negativo. Le ultime aste dei BOT, secondo i dati aggiornati a maggio 2025 e a luglio 2025, mostrano che il tasso di interesse riconosciuto agli investitori sui nuovi collocamenti è inferiore allo zero: in altre parole, si paga per prestare i soldi allo Stato invece di ricevere un interesse positivo.
Rendimento effettivo di 1.000 euro investiti in BOT
La situazione dei tassi per i BOT è ben illustrata dal più recente osservatorio sui titoli di Stato. Nel dettaglio, un investimento di 1.000 euro nei BOT oggi comporta un rendimento lordo del -0,304%. Ciò significa che, senza considerare costi aggiuntivi, alla fine del periodo non si riceveranno 1.000 euro più interessi, ma una somma inferiore a quella investita.
Per meglio comprendere l’impatto, analizziamo un esempio pratico calcolato su base reale:
- Capitale investito: 1.000 euro
- Rendimento lordo annuo: -3,04 euro (ossia -0,304%)
- Detrazione dei costi (commissioni, oneri, spese): 2 euro, riferito all’investimento minimo
- Importo effettivamente incassato a scadenza: 994,96 euro
Il risultato netto, quindi, è che l’investitore subisce una perdita anziché un guadagno: -5,04 euro per ogni 1.000 euro di capitale investito. Tale esito è dovuto sia al tasso negativo sia agli oneri di gestione.
Meccanismo di calcolo e tassazione dei BOT
Per chi desidera comprendere il modo in cui sono determinati questi risultati, è utile entrare nel dettaglio del calcolo del rendimento BOT:
- I BOT sono titoli zero-coupon, cioè non pagano cedole; il loro “interesse” è rappresentato dalla differenza fra il prezzo di emissione (inferiore a 100) e il valore di rimborso (100).
- Al prezzo di emissione si applicano spese accessorie e commissioni, nella misura massima dello 0,10% per i BOT a sei mesi, stando alla normativa vigente.
- Sul guadagno, se presente, si applica una ritenuta fiscale del 12,50% (aliquota vigente per i titoli di Stato italiani).
In presenza di rendimenti di mercato negativi (cioè quando il prezzo pagato è superiore al valore di rimborso scontato), il meccanismo porta a una perdita netta anche per investimenti apparentemente “sicuri”.
Il BOT come strumento di gestione della liquidità
La funzione primaria dei BOT nel portafoglio di un risparmiatore non è quella di ottenere elevate rendite, ma quella di rappresentare strumenti di parcheggio della liquidità con basso rischio. Sono preferiti da investitori istituzionali e privati alla ricerca di stabilità e sicurezza di rimborso, anche a costo di rendimenti bassi o negativi.
Negli ultimi anni, la politica monetaria espansiva e i tassi di interesse ai minimi storici nella zona euro hanno determinato l’appiattimento delle rendite dei titoli governativi a breve termine, fino a portare, come oggi, a tassi negativi. Questa situazione anomala rende i BOT meno attraenti per chi cerca alternative per la difesa dall’inflazione o la crescita del capitale.
Alternative di investimento e prospettive
L’attuale contesto, con rendimenti netti negativi, spinge molti risparmiatori e investitori a considerare opzioni differenti rispetto ai BOT:
- Obbligazioni statali a scadenza più lunga, come i BTP, che offrono rendimenti leggermente migliori ma con maggiore esposizione al rischio di tasso.
- Investimenti in fondi monetari o ETF a breve termine, che possono offrire flussi di cassa e liquidità con rischi contenuti ma comunque superiori rispetto ai BOT attuali.
- Conti deposito vincolati, che, secondo vari istituti, garantiscono attualmente una remunerazione più alta rispetto a quella dei titoli di Stato a breve termine.
In particolare, oggi si sceglie il BOT non tanto per massimizzare il guadagno, ma per conservare liquidità in uno strumento considerato privo di rischio emittente. Tuttavia, considerando il rendimento reale negativo, addirittura inferiore al valore nominale investito, occorre prestare attenzione e valutare alternative strategiche più efficienti sul medio e lungo periodo.
Analisi dei vantaggi e svantaggi nell’attuale scenario
Per riassumere quanto esposto, i vantaggi e svantaggi dell’investire in BOT oggi con 1.000 euro possono essere così sintetizzati:
- Vantaggi:
- Elevata liquidità (facilmente rivendibili sul mercato).
- Basso rischio di insolvenza dello Stato italiano nel breve termine.
- Semplicità di accesso e nessuna esposizione alla volatilità del mercato azionario.
- Svantaggi:
- Rendimento lordo e netto negativo: perdita sicura all’incasso.
- Impatto significativo di oneri e commissioni su piccoli importi come 1.000 euro.
- Non tutela dall’inflazione: il potere d’acquisto reale diminuisce.
Risulta quindi fondamentale, in questa fase storica, adottare una strategia di investimento consapevole, analizzando con attenzione le condizioni di mercato e il proprio profilo di rischio prima di allocare anche importi minimi in BOT. In conclusione, chi investe oggi 1.000 euro in BOT in Italia lo fa non per ottenere un rendimento, bensì per parcheggiare la liquidità nel modo più sicuro e trasparente possibile, accettando consapevolmente una lieve riduzione del proprio capitale nominale alla scadenza del titolo.